Ruzbeh Ghofranian, abitante

Per quanto riguarda la mia persona, direi di partire da questa foto. 

Non è certamente la migliore che avevo ma racconta qualcosa di me, o meglio, del me di adesso.

Mi chiamo Ruzbeh Ghofranian, sono un abitante di questo villaggio e cofondatore, insieme a Michele, di un’iniziativa che sta crescendo e che coinvolge ogni giorno più persone, tutte incredibili e piene di vibrazioni. 

Dicevo. 

Partiamo dalla foto. Qui, mi è appena stata chiesta assistenza da una collega e sono alle prese con un computer che non parte, ma su un altro dispositivo ho il registro elettronico della scuola dove inserire i voti di terza media per gli esami, e su un altro ancora sto redigendo la segnaletica per il piano di mobilità di un comune vicino Roma. 

Quella faccia, se la guardate bene, fa ridere. Guardatela, è la faccia di uno che fa tante piccole cose molto diverse tra loro e che è un po’ stanchino…ma tutto sommato felice. 

Sarebbe onesto dirvi che mai avrei pensato che un giorno avrei preso forma. Questo a causa della storia della vita della mia famiglia, del mio paese d’origine, della contemporaneità, o semplicemente per la complessa quanto fragile consistenza del mio essere. Insomma, mai avrei pensato di essere orgoglioso di me per le piccole cose che riesco a fare insieme! 

Devo davvero ringraziare mille persone per avermi aiutato a prendere il coraggio di stare dritto sulle mie gambe, ma quella più importante e che mi ha dato una spinta iniziale per salire la montagna, è stato il Me che soffiava un bel vento di vita. Quindi grazie Me. 

Oggi la mia forma è quella di un professore che considera l’autostima dei suoi studenti come una missione, è quella di un urban designer che cerca di modellare la cittadina che abita, e poi quella di autore, che ha trovato la voce per raccontarsi e che sta scrivendo il suo terzo libro dopo averne pubblicati già due. 

Ma queste sono le cose che faccio e che mi definiscono solo parzialmente. Perché in realtà, a spingermi oltre i confini della zona di comfort, per me, c’è sempre stato il desiderio di contribuire al benessere di tutti, portare gioia, per quanto possibile, nelle vite degli altri e quindi, certamente anche nella mia. 

Gli strumenti per capirsi, per conoscersi, per imparare a stare insieme arginando le tensioni, mitigando i conflitti, risolvendo le identità individuali in un clima armonioso di insieme. Ciò che mi spinge oltre è sentire gli altri e poter contribuire perché anche loro un giorno possano ringraziare sé stessi, per essere riusciti a soffiare vita sul loro cammino.

Vi abbraccio forte, chiunque e ovunque voi siate.

Ruzbeh

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